In Concorso all'81esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

CAMPO DI BATTAGLIA

CAMPO DI BATTAGLIA

104 min | Drammatico | Italia

Gli orari indicati corrispondono all'inizio di pubblicità e trailer.

Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.

La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.


Regia

Gianni Amelio

Attori

Alessandro Borghi Gabriel Montesi Federica Rosellini Giovanni Scotti. «continua Vince Vivenzio Alberto Cracco Luca Lazzareschi Maria-Grazia Plos Rita Bosello Melania Mennea

Genere

Drammatico

Durata

104 min.

Nazione

Italia

Tipo

Classificazione

Per Tutti

Trama

Stefano e Giulio sono amici da sempre, si sono laureati insieme in medicina, ma hanno diverse concezioni della professione, se applicate ad una situazione di guerra. Quella in cui si trovano coinvolti entrambi come ufficiali medici è il primo conflitto mondiale, e mentre Stefano ha come obiettivo quello di rimandare al fronte tutti i feriti al primo accenno di guarigione - soprattutto i "miserabili simulatori" che si sono procurati da soli il modo di evitare il combattimento - Giulio arriva a contagiare, mutilare e privare (magari temporaneamente) della vista o dell'udito quei soldati che vorrebbero solo tornare a casa. Fra i due ufficiali c'è Anna, ex compagna di università che non ha potuto laurearsi con la lode solo perché non potevano dare il massimo dei voti ad una donna, e dunque ha "preferito" diventare infermiera. Nonostante l'affetto per Stefano e Giulio, Anna si troverà a scegliere quale delle loro visioni della medicina e del mondo seguire, soprattutto quando l'epidemia di febbre spagnola arriverà a colpire l'esercito e il Paese.

Note

Campo di battaglia, liberamente ispirato al romanzo "La sfida" di Carlo Patriarca, mette a confronto due morali.

Quella di Stefano che "non festeggia i perdenti" e disprezza i "vigliacchi" intenti a togliere posti letto e assistenza ai "valorosi" lasciando "gli altri a morire per loro", così che "a fare l'Italia rimarranno solo i furbi"; e quella di Giulio, che voleva fare il biologo ricercatore e finisce per essere soprannominato dai pazienti "La mano santa", perché "strappa i feriti ad una guerra ingiusta" e si rifiuta di "obbedire alle circostanze". In mezzo Anna ascolta entrambi, ritenendo "la guerra un dovere e combattere necessario", ma esercitando una pietas istintiva verso quei soldati poveri e giovanissimi che si esprimono solo in dialetto e si sono ritrovati in mezzo ad un conflitto che non sembra riguardarli.

Gianni Amelio e Alberto Taraglio costruiscono una sceneggiatura minimalista all'interno di una regia (sempre di Amelio) sontuosa coadiuvata dalla bella fotografia di Luan Amelio Ujkaj, ma in qualche modo diluiscono lungo la durata del film la tensione narrativa e la potenza di un messaggio che contempla le ragioni di tutti.

Nessuno di questi due medici agisce per il proprio tornaconto, entrambi rivelano una genuina nobiltà d'animo che però segue percorsi opposti, ed entrambi agiscono in prima persona, assumendosi la responsabilità delle proprie azioni.


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