STORIA DI UN AMORE PROIBITO
LA PRIMA NOTTE DI QUIETE
132 min | Melodramma | Italia - Francia
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Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.
La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.
Regia
Valerio Zurlini
Attori
Giancarlo Giannini Alain Delon Lea Massari Alida Valli. «continua Renato Salvatori Adalberto Maria Merli Sonia Petrovna Salvo Randone Sandro Moretti Krista Nell Fabrizio Moroni Nicoletta Rizzi Roberto Lande Patrizia Adiutori Carla Mancini
Genere
Melodramma
Durata
132 min.
Nazione
Italia - Francia
Tipo
Film
Classificazione
Per Tutti
Trama
Cos’è “la prima notte di quiete”? Lo spiega il professor Dominici: dietro al verso di Goethe, si nasconde il sollievo della morte, un sonno finalmente senza sogni. Valerio Zurlini con questo film si conferma un grande narratore dell’uomo contemporaneo, con tutte le contraddizioni che lo rendono uno straniero a sé stesso. Il regista amalgama il sublime delle raffinate citazioni letterarie e pittoriche con il degrado delle ambientazioni riminesi livide, volgari, segnate da lugubri penombre. Riesce a tessere un universo straordinariamente denso che alterna tormento, tenerezza, sete di purificazione, senso di colpa, estasi fuggitiva da melodramma puro, derive autodistruttive. Alain Delon, che si appassiona a tal punto al personaggio da partecipare al film anche in veste di produttore (non senza screzi con Zurlini), nei panni del professore crea uno dei suoi personaggi più intensi, impregnato di angoscia e capace di improvvisi slanci di dolcezza. La prima notte di quiete è un capolavoro dell’arte del Novecento.
Note
Un film in cui il malessere esistenziale si fa ricerca di un senso difficile da trovare ma di cui si sente il bisogno.
"Nel film ci sono molte cose personali, ad esempio contiene in definitiva quella strana insistenza di bisogno di cristianesimo. E poi, c'è in me un fondo di nichilismo che ho profuso a piene mani sui personaggi, con un desiderio di distruzione e di autodistruzione. (...) pur senza esserlo nella vicenda, il film resta ugualmente autobiografico, forse anche in una certa paura della vita contemporanea, una maniera di aspettare la propria fine quasi con un senso di liberazione". Così si esprimeva Valerio Zurlini a proposito del suo penultimo film (l'ultimo sarebbe stato quel capolavoro che è Il deserto dei tartari) che desumeva il titolo da un verso di Goethe: "La morte, la prima notte di quiete".