primo film sudanese ad essere stato presentato al festival di Cannes
GOODBYE JULIA
120 min | Drammatico | SUDAN
Gli orari indicati corrispondono all'inizio di pubblicità e trailer.
Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.
La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.
Regia
Mohamed Kordofani
Attori
Siran Riak Eiman Yousif Nazar Goma Ger Duany Issraa El-Kogali
Genere
Drammatico
Durata
120 min.
Nazione
SUDAN
Tipo
Film
Classificazione
Per Tutti
Trama
2005, Khartoum, nel nord del Sudan. Mona è una donna musulmana che vive una vita agiata dopo aver abbandonato la carriera di cantante per volere del marito Akram. All'opposto, Julia è invece cristiana e vende pane per strada, aiutando come può il marito Santino e il figlioletto Daniel. I destini delle due donne si legano in modo indissolubile in seguito a un piccolo incidente dalle conseguenze catastrofiche che coinvolge anche la famiglia di Julia, e che per Mona vorrà dire fare i conti con il senso di colpa e con il segreto.
Premio della Libertà al Festival di Cannes, un storia di intrighi e complicità al femminile sullo sfondo della guerra civile che ha portato nel 2011 alla creazione dello Stato del Sud Sudan. Due splendide, bellissime protagoniste per una storia intensa e commovente e un' occasione per poter conoscere più da vicino un Paese di cui si sa molto poco, rendono quest'opera "un film da vedere" che riceverà molto interesse e sostegno da parte del pubblico.
Il Portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury ha già accolto Goodbye Julia con grande entusiasmo, conferendogli il Patrocinio della prestigiosa associazione
Note
Con l'esordio alla regia, l'autore Mohamed Kordofani fa già la storia del paese, portando il cinema sudanese alla ribalta internazionale in una serie di prime volte tra candidature e premi.
Attenzioni meritate per una parabola morale attenta alla prospettiva femminile, che coniuga rigore narrativo e una spiccata empatia verso i suoi personaggi.
Soprattutto, Goodbye Julia è una finestra che introduce e mette in metafora - seppur con una certa necessaria didattica - la complessa storia socio-politica recente del Sudan, facendo di Mona e Julia due simboli di un paese spaccato tra nord e sud, tra religioni diverse, e segnato da stridenti disuguaglianze economiche che avrebbero poi portato ancora al conflitto. Il regista ambienta infatti la vicenda negli anni precedenti alla formalizzazione dell'indipendenza del Sudan del Sud, a seguito della quale scoppiò una guerra civile conclusasi solo nel 2020.