PROGETTO S.N.O.D.I.

Il mio vicino Totoro

Il mio vicino Totoro

86 min | Family, fantasy | Giappone

Gli orari indicati corrispondono all'inizio di pubblicità e trailer.

Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.

La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.


Regia

Hayao Miyazaki

Attori

Animazione

Genere

Family, fantasy

Durata

86 min.

Nazione

Giappone

Tipo

Classificazione

Per Tutti

Trama

A volte per vivere un'emozione bisogna aspettare più di trent'anni. Tanti ne sono passati infatti da quando apparve nei cinema giapponesi Il mio vicino Totoro, diretto da Hayao Miyazaki , già regista di culto in patria grazie ai successi di Nausicaa e Laputa. Con Totoro il regista raccontava per la prima volta il mondo a lui più caro, quello dei bambini, in cui il dettaglio più insignificante rappresenta una grande scoperta e un sentiero poco battuto è l'inizio di una grande avventura.

La storia, ambientata negli anni '50, racconta l'indimenticabile estate vissuta dalle sorelle Satsuki e Mei (la prima di 11 anni e la seconda di 4) , trasferitesi assieme al padre a Matsu no Gô, un piccolo villaggio di campagna circondato da foreste, campi coltivati, fiumi e molte risaie, lontanissimo dagli stereotipi del Giappone supertecnologico, per stare più vicine alla madre, ricoverata in ospedale per una malattia.

La piccola Mei, dopo aver esplorato la casa e i dintorni, s'imbatte in una piccolo e curioso animaletto bianco con due buffe orecchie:seguendo le sue tracce, giunge ad un altissimo albero di canfora al cui interno vive Tororo, lo spirito dei boschi, una enorme creatura pelosa e morbida. Totoro si dimostrerà gentile con le due bambine e permetterà loro di ritrovarsi quando Mei, allontanatasi per portare un regalo alla madre, si perderà nel dedalo di stradine in mezzo al verde.

In Totoro l'inventiva e la creatività di Miyazaki sono ai massimi livelli: la "famiglia" di Totoro, le piccole entità fatte di fuliggine, il soffice e sornione Gatto-Bus (che i bambini possono conoscere "dal vivo" al Museo Ghibli in Giappone), l'incredibile intelligenza e poesia di alcune sequenze (l'attesa dell'autobus sotto la pioggia, forse la più emozionante nella sua garbata semplicità) dimostrano il valore assoluto della pellicola.

Una fiaba moderna, un film dichiaratamente per bambini ma dal quale, come in tutte le pellicole di Miyazaki del resto, anche gli adulti possono e dovrebbero trarre insegnamento. Qui è racchiusa l'intera poetica miyazakiana: c'è l'amore per l'ambiente, per i bambini, il rimpianto per un passato in cui la società ra più grabata e gentile verso il prossimo.

Ciò che stupisce, ma non troppo, del film, è la sua innata freschezza a trent'anni di distanza dal suo esordio nei cinema nipponici. Un'opera indispensabile, graziata, per una volta, da un adattamento italiano encomiabile.

Note

- Totoro appartiene alla personalissima zoologia di Miyazaki. Nel disegnarlo, l'artista giapponese ha pensato al corpo dei procioni e ai baffi e alle orecchie dei gatti. Il "gattobus" invece ricorda lo Stregatto del disneyano Alice nel paese delle meraviglie. Se avessi potuto disegnarli tu, a che cosa (o a chi) ti saresti ispirato? Prova a fare uno schizzo e divertiti a valutare il risultato finale.

- Il film è ambientato nel 1958. Da quali particolari lo capisci?

- Pensa alla scena in cui Totoro incontra per la prima volta Mei, o alla scena in cui aiuta le sorelline alla fermata del bus. Oppure alla danza notturna nel giardino. Come descriveresti il carattere di Totoro?

- Per condurre Mei alla tana di Totoro, Miyazaki pensa a un lungo tunnel di rami intrecciati. Tu quale tipo di soglia le avresti fatto varcare?

- Miyazaki ama rappresentare nei suoi film, e Il mio vicino Totoro non fa eccezione, due diverse tipologie di carattere femminile: la sognatrice e la concreta. Se tu che stai leggendo sei una bimba/ragazza, prova a pensare a chi ti senti più simile: a Mei o a Satsuke?

- Ad una prima lettura del film, Totoro sembrerebbe semplicemente il personaggio di una bella favola, ma se analizzi con attenzione la trama ti accorgi che appare alle sorelline nei momenti più difficili: quando sono sole, quando hanno paura. Totoro dunque potrebbe rappresentare la proiezione onirica del desiderio d'aiuto di Mei e Satsuke, una sorta di "amico immaginario" attraverso cui le bimbe abbandonano il dolore del mondo reale per rifugiarsi nel mondo della fantasia. Tu che cosa ne pensi?

- Uno dei libri più amati da Miyazaki è Il piccolo principe, in cui è scritto: "Non si vede bene che col cuore". È possibile collegare questa frase con il fatto che Totoro e il gattobus sono visibili solo alle due piccole protagoniste?

- Osserva il comportamento di Mei: c'è sempre qualcosa che brilla nell'erba, una casa diroccata diventa "un bellissimo castello di fantasmi" e il mondo, visto attraverso un secchiello rotto, ha tutta un'altra prospettiva. Tu hai mantenuto la capacità di stupirti di fronte alle piccole cose? Provi curiosità, senso di meraviglia?

- Uno dei temi prediletti da Miyazaki è l'importanza dell'armonia tra uomo e natura. Pensa a ciò che dice il papà delle bimbe quando si trovano di fronte al magnifico albero di canfora che troneggia nel bosco: "In tempi passati, alberi e uomini erano amici…. Porgiamogli i nostri saluti e rincasiamo". Perché "in tempi passati"? Secondo te chi è il responsabile della rottura di questa amicizia?

-Il saluto all'albero rientra nel credo scintoista, la religione nazionale giapponese, un politeismo legato anche ai fenomeni naturali. Prova ad approfondire.

- Se la tematica ambientale ti appassiona, ti suggerisco la visione di uno dei film più potenti e tragici di Miyazaki, Principessa Mononoke.

- La prima sera in cui Mei e Satsuke dormono nella vecchia casa diroccata, vengono spaventate da strani rumori. Per tranquillizzarle, il papà dice loro qualcosa che vorrei ricordassi anche tu: "Proviamo a ridere tutti, così metteremo in fuga gli spauracchi".

P.S.: Basta anche sorridere, è già un bell'inizio


Nei nostri cinema